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GLI ULIVI: Strade dell' anima e di terra

Ogni strada è soltanto una tra un milione di strade possibili. Perciò dovete sempre tenere presente che una via è soltanto una via.    (Carlos Castaneda)
                                                                                                                        
Le strade dell’anima hanno la particolarità di portarti direttamente dal sottosuolo fino al cielo e viceversa            (Giancarlo Serafino)



Tre poesie

Verso casa

Ho conosciuto il sapore
dell’altro sbattendoci
contro senza ritegno.
Da allora cammino
a ritroso senza disegno,
se non il senso contrario
percorso dalla tracce
che lo ammettono.
Raggiunta l’ultima meta,
là sarà la mia  prossima casa

La via dell’acqua

Il mio corpo è di vetro,
ricolmo d’acqua senza misura.
S’è riversata fuori la bile
più verde di una foglia
staccata ed immutabile.
Non c’è più tempo
per riparare il torto,
se non cedere al vento
che faccia sbattere le finestre,
trattenendo dentro il grido

Le strade

C’è chi ha scambiato
la strada per una lavagna,
segnando con le scarpe
l’eterno via-vai del dolore,
trito più delle lettere d’amore.
Sembra una coazione questa
impunita  vocazione di ripetere
sempre le stesse solite strade,
con l’ illusione che il tempo
come le nuvole non ci appartenga

( Pasquale Vitagliano )


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Tornando a casa


Anche gli alberi piangono
e non lo sapevi, hai visto
la sua bella chioma sull’asfalto
arrancare per lo sfascio e la pietà
dei nidi. Tutto diventa fretta se crolla
pure l’ombra, e tu non lo sapevi
e correvi…correvi…
Tornavamo a casa con quel silenzio
che parla alle mani incrociate…
nello sguardo una lametta tagliava
fette di solitudine. Incontrammo
un gatto, feticcio vaporoso incarnato
nella lingua arroccata, fu allora che un
miao si sollevò alto sul nostro pianeta…
e ritrovammo un accenno di pianto.
Anche i gatti piangono, sai?
Non sai che alberi e gatti sono
i guardiani della luna, e piangono
scossi dal vento e dall’amore?
Non lo sapevi. Non sapevi…
Tornavamo a casa, senza dirti
quello che avrei dovuto dirti,
senza che tu sapessi quanto
la strada s’inclini sulle ripide
delle parole sviscerate: è l’effetto,
e quando mi rode dentro è per altra alba.

(Giancarlo Serafino )

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Tormento (punto di partenza)

Le ore non si contano
e giorni dopo giorni
a notti che  non tornano
amare si susseguono.
Ho consumato il tempo a ricercare il vero,
ho consumato testi a non finire
per ritrovarmi al punto di partenza.
Ho il cuore misero ed invecchiato,
col tormento nell’anima solcata
dal dubbio di sempre e mai fugato.
Così passano i giorni
nel silenzio antico delle mie illusioni;
sogno ad occhi aperti e vivo di ricordi,
vinco e perdo,
muoio e risorgo
pensando ad un altro giorno
se il Ciel mi assiste nella notte.

(Giuseppe Vese )

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Intima dichiarazione all'alba

Nel vapore mattutino di un bar
(memore io delle letture di Caproni), 
vedo fuori l’aria azzurra dell’alba e la
freschezza odorosa della strada – 
forse, un po’ sereno, riesco finalmente
a decifrare il senso dei miei gesti e degli altri:
“un caffè, per favore!” dico con calma
e questa quanto mai silenziosa contentezza
mi fa afferrare una bustina di zucchero
(eppure il gusto del caffè deve essere amaro), 
come spot del giorno leggo la frase stampata
e mi commento da solo:
“Molte persone hanno paura 
di morire da non riuscire a vivere.” – 
la dice Henry van Dyke;
così, lento prendo la bustina,
mi guardo dentro e sorrido ancora.
Me la intasco anche se non la consumo:
oggi la mia frase è questa.
Dolce come l’ansia di voler vivere.
Senza la paura di morire.

( Davide Zizza )

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Al cuore esiliato

Il canto nostalgico del laotiano ad oggi
metropolitano, malgrado l'aria gaia, fa
piangere i suoi fratelli mai arresi al ritorno.
Sotto il livello terrestre il suono del flauto
inonda i cuori esiliati. Sarà durissimo
abituarsi al fracasso dell’acciaio, a questi passi
incrociati con violenza. Ma tu canta i colori
e le vere fragranze nella memoria, colma
questo corridoio di note senza verso. Forse
l’uomo abbandonerà la vittoria e la sconfitta,
per ascoltare e infine perdersi nell'essere.

(Fabrizio Bajec ) Da ENTRARE NEL VUOTO